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circo |
L’interesse per il circo è un tema che ha affascinato in pittura e in fotografia molti autori, famosi sono i dipinti di Seurat, Lautrec, Valadon, Rouault … Iziz, Umbo, Man, Pinna sono alcuni tra i fotografi che hanno lavorato su questo soggetto. Le immagini di Pierpaolo Pagano non documentano un solo circo o “il circo”, in Quanto rappresentano atmosfere e situazioni del mondo dello spettacolo viaggiante, dentro, ma soprattutto fuori dallo spettacolo. Per Pagano il lavoro sul circo è occasione di approfondimento della sua ricerca Linguistico-fotografica. Qui astrazione e figurazione, esaltate nel bianconero, possono interagire nell’immagine, particolari prospettive o altri elementi non ortodossi della tecnica fotografica: il mosso, distorsioni ottiche, il fuoco selettivo e altro, in favore di un’enfasi dell’immagine. Le fotografie di Pagano si allontanano così dalla rappresentazione apparentemente oggettiva e fedele del soggetto, avvicinandosi invece ad esperienze soggettive e ad atmosfere che ci mostrano questa sua particolare percezione. Non è semplice fotografare in circo, quando tutto è in un continuo divenire: montare lo chapiteaux, occuparsi degli animali, provare i numeri,preparare i costumi, il trucco, i mezzi … pubblicizzare lo spettacolo, e ancora ordinare e pulire le scuderie, smontare il tendone, spazzare la piazza, e viaggiare per raggiungerne un’altra. Pagano sta così diventando un conoscitore dei circhi. Nonostante che il suo stesso linguaggio fotografico potrebbe parimenti esprimersi su un soggetto diverso, il particolare fascino del mondo circense attrae lo sguardo dell’autore che consapevolmente usa il suo mezzo d’espressione per coglierne le atmosfere trovate e sentite lì. In questo lavoro i nomi dei circhi sono secondari, siano questi conosciuti in Italia, Spagna, Germania, Francia o in Russia. L’insieme delle immagini di Pagano rendono soprattutto tante e sottili impressioni del loro mondo. Mentre titola le immagini con una asettica data come in un diario: Mahlsdorf, Aug. 20, 1998 con il luogo e il giorno dello scatto, i contenuti delle sueimmagini vanno oltre alla terza dimensione, evocando sensazioni emotive, che, solitamente sono difficilmente rappresentabili in fotografia.
Kathatrina Hausel Firenze 2002